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Zoščenko, Michail Michajlovič.

Scrittore sovietico. Membro del gruppo Fratelli di Serapione, partecipò al primo conflitto mondiale. Nel 1921 cominciò a occuparsi di letteratura umoristica, pubblicando i suoi primi brevi e celebri racconti, che lo resero un maestro della letteratura satirica e rivelarono, sotto l'apparenza divertita e brillante, uno scrittore di profondità ed estrema lucidità. Nei suoi racconti, in cui dimostra una spiccata vocazione al grottesco e al paradossale, descrive gli aspetti negativi della realtà post-rivoluzionaria. La sua satira è imperniata sulla vita quotidiana, sulla miseria intellettuale e morale dell'uomo della strada, meschino, ignorante, erede di quel conformismo borghese che la rivoluzione si illudeva di avere eliminato, sulle masse anonime e indifferenziate protagoniste del nostro secolo, di cui egli dà un'immagine caricaturale. L'originalità della sua scrittura è dovuta all'abile uso che egli fa dello skaz, il racconto colloquiale in prima persona. Sotto l'apparente rinuncia all'impegno letterario e stilistico, Z. costruisce in realtà un proprio linguaggio che rompe il diaframma fra letteratura e vita e conduce genialmente alla scoperta della realtà umana dalla quale è estratto. Fra i suoi racconti sono da ricordare: I raccondi di Nazar Il'íc e Signor Sinebrjuchov (1922), dove l'autore crea un tipo di eroe narratore delle proprie avventure; Russia, Intorno al Samovar, Il vino nuovo, Russia rossa che ride. Z., accusato di "scarso patriottismo", variò il suo registro narrativo scrivendo Racconti su Lenin e Il principe nero; fu comunque radiato, dopo la guerra, dall'Unione degli scrittori sovietici. Scrisse anche romanzi brevi (La gioventù che ritorna, 1933) e drammi (Le nozze, 1922). Nel 1943 pubblicò la prima parte di un romanzo autobiografico Prima che sorga il sole; la seconda parte dell'autobiografia (Racconto sulla ragione) apparve postuma nel 1972 (Poltava 1895 - Leningrado 1958).