Scrittore
sovietico. Membro del gruppo Fratelli di Serapione, partecipò al primo
conflitto mondiale. Nel 1921 cominciò a occuparsi di letteratura
umoristica, pubblicando i suoi primi brevi e celebri racconti, che lo resero un
maestro della letteratura satirica e rivelarono, sotto l'apparenza divertita e
brillante, uno scrittore di profondità ed estrema lucidità. Nei
suoi racconti, in cui dimostra una spiccata vocazione al grottesco e al
paradossale, descrive gli aspetti negativi della realtà
post-rivoluzionaria. La sua satira è imperniata sulla vita quotidiana,
sulla miseria intellettuale e morale dell'uomo della strada, meschino,
ignorante, erede di quel conformismo borghese che la rivoluzione si illudeva di
avere eliminato, sulle masse anonime e indifferenziate protagoniste del nostro
secolo, di cui egli dà un'immagine caricaturale. L'originalità
della sua scrittura è dovuta all'abile uso che egli fa dello
skaz,
il racconto colloquiale in prima persona. Sotto l'apparente rinuncia all'impegno
letterario e stilistico,
Z. costruisce in realtà un proprio
linguaggio che rompe il diaframma fra letteratura e vita e conduce genialmente
alla scoperta della realtà umana dalla quale è estratto. Fra i
suoi racconti sono da ricordare:
I raccondi di Nazar Il'íc e Signor
Sinebrjuchov (1922), dove l'autore crea un tipo di eroe narratore delle
proprie avventure;
Russia,
Intorno al Samovar,
Il vino
nuovo,
Russia rossa che ride.
Z., accusato di "scarso
patriottismo", variò il suo registro narrativo scrivendo
Racconti su Lenin e
Il principe nero; fu comunque radiato, dopo la
guerra, dall'Unione degli scrittori sovietici. Scrisse anche romanzi brevi
(
La gioventù che ritorna, 1933) e drammi (
Le nozze, 1922).
Nel 1943 pubblicò la prima parte di un romanzo autobiografico
Prima
che sorga il sole; la seconda parte dell'autobiografia (
Racconto sulla
ragione) apparve postuma nel 1972 (Poltava 1895 - Leningrado 1958).